Il suo Canavese

iluoghi

".....io ho parlato oggi a voi con cuore aperto, come a uomini: perché questo avvenire è nelle mani vostre. Lasciate pertanto, ora che sono giunto alla fine, che io ringrazi voi, o giovani amici Canavesani, e la vostra cortese Presidenza, di avermi data l'occasione di rivolgervi queste parole; che io auguri a tutti voi un nobile avvenire degno di uomini intelligenti e liberi; e che, così augurando, saluti in voi la forza, la volontà di libertà e la dirittura incrollabile che sono l'eterna giovinezza del nostro Canavese."


Dal "Discorso di Piero Martinetti agli Universitari Canavesani", Castellamonte, 19 settembre 1926.

Piero Martinetti fu per lunghi anni professore all'Università di Milano e amava definirsi "cittadino europeo nato per caso in Italia", tuttavia ebbe sempre un legame fortissimo con la terra canavesana, dove era nato, a Pont Canavese, e dove, nella casa avita di Spineto di Castellamonte, aveva il suo rifugio "dai rumori del mondo".
Chi vorrà trovare il Canavese di Piero Martinetti potrà recarsi innanzitutto a Pont, dove una lapide inaugurata nel 1993 da Norberto Bobbio, ricorda la casa di via Caviglione dove nacque il filosofo. Quindi a Spineto, dove si trova l'amatissima casa dove Martinetti si ritirò definitivamente dopo il rifiuto di prestare giuramento al regime fascista e dove la lapide dettata da Norberto Bobbio ricorda il ritiro nel 1931 "in solitudine, da uomo libero, in tempi di servitù politica" .
Le ceneri del filosofo riposano nel cimitero di Castellamonte, accanto a quelle della sorella Teresa.

 

 

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